IL SADO, LA CERIMONIA DEL THE'

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yurippe_watanabe
view post Posted on 19/11/2004, 15:13 by: yurippe_watanabe




Il rito
I principi che regolano la Cerimonia del Tè sono l'armonia tra padrone di casa e ospiti; l'umiltà nel vedere il mondo come è realmente; la purezza di cuore e mente; la tranquillità nel dedicarsi un momento di pace e riflessione. Una tazza di tè per ritrovare la pace con se stessi e con gli altri.
Il Chanoyu completo si divide in tre momenti della durata di circa quattro ore.
La prima parte consiste in un pasto leggero consumato prima del tè, ed è chiamata Kaiseki. Segue un breve intervallo durante il quale gli invitati ritornano in giardino. Per segnare l’inizio della seconda parte l’ospite batte un gong accanto alla sala da tè. Quando è battuto al meglio, il suono del gong dovrebbe evocare “il vento attraverso la foresta”. Questa seconda sessione è chiamata Koicha, ossia tè denso, che è il tè di migliore qualità. Il tè in polvere viene messo nella ciotola, nella quale si versa dell'acqua bollente. Poi l'infuso viene sbattuto con una frusta fino ad assumere la consistenza di una zuppa e il colore della giada liquida. Il Koicha prevede l'uso di un'unica tazza da cui ogni ospite beve solo pochi sorsi. Prima di portare la tazza alle labbra bisogna ammirarla; dopo aver assaggiato il tè si devono fare dei complimenti per il sapore, e poi si beve ancora qualche sorso prima di passare la tazza all'ospite vicino, avendo accuratamente asciugato con un tovagliolo la parte in cui si è bevuto e ruotando leggermente la tazza. Finito il giro è possibile che l'ospite più importante chiede di poter ammirare nuovamente la tazza per apprezzarne la qualità.
Un ospite può scegliere di servire tutte e tre le portate, ma per esigenze di tempo generalmente ci si limita solo all'ultima sessione, l'Usucha, mentre le cerimonia intera viene riservata per le occasioni speciali.
L'Usucha è il tè leggero, pomeridiano, che è più diluito ed è di un livello inferiore di quello usato per il Koicha, molto meno cerimonioso e preparato per ogni invitato. Infatti, ogni ospite beve tutta la tazza di tè, la restituisce all'ospite che dopo averla lavata la riempie nuovamente per un altro invitato.
La cerimonia del tè è molto importante ed è regolata da un elaborato codice di etichetta che regola tutte le fasi, dai giorni di anticipo con cui si estende un invito, al rituale lavaggio delle mani... Il primo a codificare il rito è stato il celebre maestro Sen no Soeki, meglio conosciuto come Rikyū, che nel 1564 lascia le regole sulle pareti dell'anticamera della casa del tè. Eccone alcune:
· "Il segno di inizio viene dato da un colpo di gong, quando gli ospiti entrano nell'anticamera e tutti i partecipanti si riuniscono insieme"
· "Solo nel momento dedicato alla purificazione della mente si può cogliere l'essenza della dottrina"
· "Gli ospiti entrano nella sala quando il padrone di casa fa la sua comparsa ed invita i presenti a farsi innanzi"
· "Gli ospiti fanno il secondo ingresso (nella sala del tè) quando l'acqua posta sul fuoco sibila come il vento tra i pini e si ode un rintocco di campana"
· "La riunione non deve superare le due ore (ovvero quattro delle nostre) ma non è male se questo tempo viene superato con discorsi sul buddismo"
Secondo l'etichetta si inizia con l'invito, che può essere esteso da uomo o donna ad entrambi, senza distinzioni, ma generalmente nel numero di cinque. La risposta all'invito viene fatta in modo appropriato secondo le regole di una buona educazione che impongono di far visita all'ospite il giorno precedente a quello dell'invito per esprimergli in anticipo il proprio ringraziamento.
Gli invitati hanno delle chiare responsabilità. Devono infatti convenire nel giardino del tè quindici minuti prima dell'ora fissata, in modo da poter ammirare il giardino e meditare, nello sforzo di liberarsi dalle preoccupazioni del mondo esterno prima di entrare nella sala del tè. Se non è stato designato l'invitato d'onore, saranno gli invitati stessi a decidere sul momento chi dovrà essere l'invitato numero uno e così via. L'invitato d'onore è il personaggio più autorevole e occupa il posto più vicino all'ospite nella sala. Gli altri invitati seguono in un ordine predeterminato. Questa è comunque un'occasione nella quale l'età o il rango sociale non svolgono un ruolo determinante. Infatti nel tempio del tè c’è uguaglianza.
In aggiunta a quelle che indossano al loro arrivo, gli invitati portano un altro paio di tabi (calze bianche con una tasca separata per l'alluce) da indossare nella sala del tè, e una fusaka (quadrato di stoffa di seta), usata come cuscino quando manipolano e ammirano gli utensili per il tè. Inoltre portano un piccolo ventaglio pieghevole e un blocco di kaishi (carta bianca di piccole dimensioni) in una borsa.
Bisogna ricordare che gli invitati lasciano qualsiasi cosa che può distrarre la mente all'esterno della sala. In passato, quindi, se l'ospite era un samurai lasciava la spada all'esterno. Al giorno d'oggi non bisogna indossare anelli ed orologi, poiché i primi potrebbero graffiare il vasellame, e i secondi schiavizzano la mente.
Gli ospiti entrano così nella stanza nell'ordine stabilito, facendo un profondo inchino poiché la porta di entrata è molto piccola. Questo perché ha lo scopo di infondere umiltà agli invitati, importanti o modesti che siano. Entrati in silenzio rendono omaggio al dipinto o alla composizione floreale collocati nel tokonoma. Dopo ognuno di loro mescola il braciere, si inchina nuovamente, ammira il bruciatore dell'incenso, la brocca di ceramica accanto al bollitore per l'acqua in ferro e ascolta il suono delle bolle che gorgogliano. Dopo aver ammirato tutto il corredo della sala, gli invitati siedono in attesa dell'ospite. Quando fa la sua apparizione si inchina ai suoi invitati ed essi rispondono allo stesso modo. L'ospite allora ritorna nella dispensa e porta nella sala gli utensili per il rito uno ad uno. L'ordine in cui ogni pezzo viene trasportato, la mano che lo tiene, la maniera in cui viene tenuto, sono gesti minuziosamente regolati. Anche l'andatura dei passi dell'ospite. In genere gli oggetti usati per la cerimonia sono:
· Chasen: un piccolo frullino di bambù
· Chawan: tazza di fattura pregiata per bere il tè, solitamente raku
· Matcha: tè verde in polvere
· Hishaku: mestolo in bambù con il quale si prende l'acqua per il tè
Nonostante ogni oggetto sia stato meticolosamente pulito, l'ospite usa la sua fusaka per ripulire ogni utensile prima dell'uso.
Per preparare l'Usucha egli adopera due cucchiaini e mezzo di tè in polvere e un terzo di mestolo d'acqua bollente. I due terzi rimanenti vengono rimessi nel bollitore in un modo studiato, tale da produrre un piacevole gorgoglio nel momento in cui l'acqua del mestolo raggiunge il bollitore. La bevanda viene preparata battendo l'acqua bollente e il tè in una ciotola con un frullino di bambù. Il tè viene servito all'invitato principale. L'ospite si inchina nel porgerlo; l'invitato si inchina per riceverlo. La ciotola viene presentata dal suo lato migliore, e l'invitato usando entrambe le mani la gira con cura facendo tre movimenti precisi, in modo da non bere dalla parte migliore della ciotola. Beve tre sorsi di tè, quindi pulisce l'orlo della ciotola con le sue dita e si asciuga le dita con la piccola carta bianca che ha portato con sé.
Mentre l'ospite prepara il tè gli invitati prendono un pasticcino, una gelatina chiamata yokan, fatto di pasta di soia, zucchero e agar, insaporito con vari ingredienti: castagne, albicocche, tè. Il vassoio viene sistemato davanti all'invitato d'onore. Prima di servirsi, questi si inchina all'invitato al suo fianco come per scusarsi del fatto che si sta servendo per primo.
Dopo aver bevuto il tè l'invitato la restituisce all'ospite inchinandosi per ringraziare. L'ospite ricambia l'inchino e lava la ciotola in acqua calda, vuota l'acqua in una giara adibita a questo scopo, asciuga la ciotola e prepara il tè per l'invitato successivo.
Per correttezza, dagli invitati ci si aspetta che ammirino gli arredi e che chiedano all'ospite il privilegio di esaminare il contenitore per il tè, il cucchiaino da tè, la ciotola e di ammirare ogni pezzo.
Durante il Chanoyu la conversazione è molto limitata, poiché le parole sono un'intrusione nella tranquillità All'ospite vengono poste domande circa gli utensili e l'eventuale rotolo di pergamena.
Dopo che tutti hanno bevuto il tè l'ospite lava, asciuga e risistema tutti gli utensili e li trasporta nella dispensa nell'ordine inverso in cui li aveva portati. Nell'ultimo viaggio viene fatto un nuovo scambio di inchini. Il Chanoyu è terminato.
 
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