La filosofia che accompagna la cerimonia del thè ha influenzato e trasformato un pò tutti gli aspetti della vita del Giappone, dal arredamento alle abitudini al modo di vestire alla cucina, ha insegnato il modo di rapportarsi con la natura e disporre fiori (ikebana) entrando profondamente nel lessico cpomune.
La parola d'ordine è: semplicità
La filosofia che governa la cerimonia del the ha radici profonde nel taoismo e nello zen e risale al Xv secolo quando il monaco Murata Shuko trasformò quello ke era un semplice passatempo sociale del aristocrazia samurai in un occasione estetico-religiosa scandita da regole e canoni precisi ke egli tramandò nel
chado cioè la filosofia del thè.
Le regole di questa cerimonia non devono essere interpretate come dogmi rigidi ma come strumenti suggeriti per conseguire valori quali sintonia e rispetto (tra i presenti e gli oggetti), purezza e silenzio (nello spirito e nella stanza), perkè solo con un simile atteggiamento aperto al ascolto di quanto è fuori si può comprendere quanto avviene dentro di noi e cogliere l'intima unità del esistenza che poi è la bellezza del mondo.
Un rito antikissimo quello del
cha no yu ancora praticato e tramandato di generazione in generazione.
Seduti uno di fronte al altro sul
tatami la tipica stuoia di paglia, il padrone di casa e il suo ospite sono in silenzio, solo di tanto in tanto si scambiano poche parole che scivolano nel silenzio senza interromperlo, nessun imbarazzo e nessuna freddezza solo una quieta consonaza ke si riflette nei gesti misurati e armonici.
Lentamente l'ospite prende tra le mani i particolari strumenti e gli utensili di cui si servirà il padrone di casa, le tazze in ceramica grezza
(chawan), la brocca per l'acqua fredda
(mizusashi), il mestolo di bambù
(suishaku), i cucchiai di legno
(chashaku), e ammirandone la pregiata fattura a rtigianale li commenta con poke frasi piane, al termine di ciò inizia la preparazione del thè.
Un cucchiaino di polvere verde di Maccha dal intenso profumo viene versato nella ciotola e montato a schiuma in poca acqua tiepida con un minuscolo frullino in bambù il
chasen, quando l'insieme è omogeneo, un fondo di liquido denso nella tazza, il padrone lo porge al ospite o al più importante degli ospiti se sono tanti, il quale si inchina, prende la ciotola con la mano sinistra, le fa fare un quarto di giro e poi la porta alle labbracon l'aiuto della mano destra e assaggia il liquido, poi passa la ciotola al vicino ruotandola leggermente e cosi via.
Edited by haruko_watanabe - 15/7/2004, 00:46